Budda e il suo glorioso mondo by Carlo Coccioli

Budda e il suo glorioso mondo by Carlo Coccioli

autore:Carlo Coccioli [Coccioli, Carlo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Lindau
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Nel suo non comune libro sulla vita di Budda, che porta il sottotitolo di «una biografia interpretativa», Daisaku Ikeda si sofferma lungamente sul Risveglio e sulla sua natura. L’eminente buddista, evidentemente di un genere un po’ particolare perché giapponese, ricorda che Sakyamuni – come lo chiama – entra nello stadio finale del Risveglio nel corso della sua terza veglia, la terza parte della famosa notte. Dice che i testi vanno d’accordo quando si tratta di descrivere e interpretare le due prime veglie o parti della famosa notte, ma differiscono enormemente nei riguardi dello sviluppo dell’ultima parte. Per illustrare queste differenze dovrei cadere in tecnicismi che sorprenderebbero o annoierebbero il lettore. Vorrei, comunque, offrire un esempio.

C’è chi crede che, nella terza parte della sua intensissima e forse drammatica veglia, Gotamo, ormai sulla soglia di diventare un budda, ossia uno svegliato, concepisse la «catena di causalità di dodici maglie» per la quale si perpetua la vita; la quale catena, esposta in breve, potrebbe essere indicata così, all’inverso, come appunto la presenta Daisaku Ikeda, cominciando dal numero 12. Dunque: tutto comincia con la domanda: «Perché ci sono vecchiaia e morte?». «Vecchiaia e morte» – eviterò le denominazioni in sanscrito – sono perciò l’Effetto 12. Vecchiaia e morte non esisterebbero se non esistesse la nascita; per cui ecco la Causa 11, che è «nascita o rinascita». Ma perché c’è la nascita (o rinascita)? C’è perché c’è, Causa 10, l’«esistenza». E l’esistenza da che cosa è provocata? È provocata, e questa è la Causa 9, dall’«attaccamento»: attaccamento ai piaceri del senso, alla fede nell’inefficacia dei riti, alle teorie false, all’idea che esiste l’anima. E l’attaccamento da che cosa è causato? È causato dalla chiamata «sete» ossia dal desiderio; e questa è la Causa 8. Il desiderio da che cosa risulta? Risulta, ed è la Causa 7, dalle «sensazioni». Le sensazioni dove trovano la loro origine? La trovano, Causa 6, dal cosiddetto «contatto» dei sensi coi loro oggetti. Il contatto da che cosa è provocato? È provocato dalle «sei sedi della percezione», ossia dai cinque organi sensori più quel sensus communis, come è stato chiamato, che trasforma le sensazioni in idee; e questa è la Causa 5. Le sei sedi della percezione, o più semplicemente organi sensori, dipendono da, o sono causati da, quel che si chiama (termine frequentissimo nel linguaggio buddista) namarupa; vuole dire mente-e-corpo oppure, se si preferisce, «nome-e-forma»; e siamo alla Causa 4. E da che cosa nasce il namarupa? Nasce, ed è la Causa 3, dalla «coscienza»: coscienza, ancora più tecnicamente, di riconcezione; è il primo ridestarsi, insomma, della nuova vita. La coscienza si origina nelle chiamate «predisposizioni», altro termine che in sanscrito, samskarah, è frequentissimamente usato; tali predisposizioni costituiscono la Causa 2 e trovano la loro fonte, per così dire, nella legge di causalità o karma, alla quale si attribuisce il medesimo ruolo di Causa 2. E queste predisposizioni dovute alla legge del karma dove trovano la loro ultima origine? La trovano, e qui c’imbattiamo in un’altra parola basilare del buddismo (e dell’induismo in generale) che è avidya: «ignoranza»: la Causa 1.



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